Archivio mensile:Maggio 2012

Andrew “Hurry” Plotkin

Mi chiedevo che fine avesse fatto Hadean Lands, l'avventura di Andrew Plotkin finanziata via KickStarter da 712 donatori con una cifra altissima, oltre trentamila dollari (Andrew ne aveva chiesti ottomila, ma poi la sua popolarità ha portato molti più soldi). L'iniziativa, che risale a oltre un anno e mezzo fa, aveva fatto parlare (anche noi) di rinascita del mercato delle avventure testuali.

Ebbene, ora, leggendo qui, scopro che Andrew è molto indietro con il lavoro e ha suscitato qualche (blanda, a dire la verità) protesta dei finanziatori. Lui ha risposto che il suo progetto prevedeva lo sviluppo di una serie di prodotti, non solo di Hadean Lands e ha ammesso il ritardo di questo gioco.

Comunque sia, è una storia da seguire. E mi domando: se fosse accaduto in Italia?

Archeologia videoludica

Grazie ai sempre informatissimi ragazzi di Adventure's Planet, ho scoperto Archeologia Videoludica, sito interessante che propone tra l'altro uno speciale sulle avventure testuali! Con una chicca: una lunga intervista a Bonaventura Di Bello, papà delle avventure italiane insieme con Enrico Colombini. La cosa bella è che l'intervista è in Podcast, dunque sentiamo Bonaventura in "viva voce", come in un programma radiofonico: curioso e affascinante. 

Bonaventura, tra l'altro, parla anche di Quest, nuova "piattaforma" per creare avventure (senza sapere programmare) sviluppata da Alex Warren, che si dedica a tempo pieno al progetto. Io ne avevo già scritto qui, parlando di nuova era delle avventure d'oggidì. 
Ma non finisce qua: a parte gli altri articoli interessanti di Archeologia Videoludica, che va senz'altro tenuto d'occhio, il sito promette nuove iniziative sulle avventure testuali, ed è davvero una bella notizia. 

Jane Jensen is back

Aggiornato il giorno 11 Maggio 2020

La leggendaria Jane Jensen, autrice di un capolavoro come Gabriel Knight e del recente (e un po’ deludente) Gray Matter, ha deciso di mettersi in proprio. Evidentemente, l’esperienza di Gray Matter l’ha segnata: il gioco ha infatti avuto una storia tormentata, la sua lavorazione è stata interrotta continuamente a causa di problemi economici, e la Jensen ha dovuto combattere una lunga battaglia con case di produzione per portarlo a termine. Un travaglio di cui il gioco porta i segni, essendo piuttosto raffazzonato. 

Ora Jane ha deciso di fare tutto da sola. Con il marito Robert Holmes, musicista, ha fondato una software house, Pinkerton Road, e ha avviato due progetti, due nuove avventure: Moebius e un mystery ancora senza nome. E per i finanziamenti, la coppia punta sui fan, gli appassionati, i giocatori: sul modello di KickStarter, il sito che permette a chiunque di raccogliere finanziamenti per un proprio progetto, Pinkerton Road chiede un sostegno economico. Il contributo minimo è di sedici dollari, con i quali si avrà diritto a ricevere un solo prodotto di Pinkerton Road realizzato nella stagione in corso. Il contributo massimo è di ben diecimila dollari, con i quali si avranno ovviamente tutti i prodotti della stagione, e molte altre cose, tra cui un pranzo con i fondatori, una visita nella loro fattoria in Pennsylvania sede della software house, e un concerto privato (in territorio statunitense) della band del marito di Jane.  

Tutto bellissimo, riavere Jane in pista è stupendo, ma mi domando: con budget tanto ridotti, si può davvero creare una buona avventura grafica? La sola garanzia, al momento, è la bravura di Jane nella scrittura, che garantisce un certo standard sul piano narrativo. Il problema è tutto il resto, a meno che la scelta non sia quella di tornare al vecchio stile, grafica essenziale e niente effetti speciali elaborati. Potrebbe essere una buona (retro)idea. Anche se, a vedere le prime immagini di Moebius, uno dei giochi in produzione, pare che Jane abbia scelto la strada “fumettistica”, già vista in Gray Matter, che a me personalmente convince poco.