Archivio mensile:Febbraio 2007

Sixty Seconds/2

… Continuando poi in Sherlock ho la sensazione che la regola dei Sessanta Secondi (quanto basterebbe per capire se una cosa andra’ a genio o no) potrebbe essere infranta: il gioco è piacevole, rilassante (finora).

Sixty Seconds

Si dice che bastino 60 secondi di conversazione per capire se una persona ci andrà a genio o no. Lo stesso puo' valere per i videogame. L'altra sera ho aperto Sherlock-L'orecchino d'argento e, fin dai primi dialoghi, mi sono reso conto che la sceneggiatura e' scritta male. Per dire: Watson legge a Holmes una lettera di unnobile che invita Holmes a seguire un caso. Ebbene, questo nobiluomo, nella lettera, dà anche veri e propri ordini a Holmes il quale, anzichè restare sorpreso da un tono del genere, come vorrebbe la sua personalita' scorbutica, si comporta come un detective alle prime armi: esulta e si butta a capofitto nel caso pronto a eseguire ogni ordine del suo cliente. Sir Conan Doyle non avrebbe mai scritto quella scena cosi'. 

Jonathan Danter

Ecco calda calda una nuova recensione di una avventura grafica prodotta in Italia: Jonathan Danter – Il sangue di Giuda. Un gioco di qualità, divertente, piacevole. Che fonde bene vecchio e nuovo stile. Leggetela qui. Ogni commento e' ben accetto.

Cena Avventurosa

Eccoci qua
Eccoci qua

"Ravioli alla burina": con questa specialita' culinaria, ordinata alla Taverna dei Quaranta, a due passi dal Colosseo, alla cena avventurosa di ieri sera, Paolo Vece ha spiazzato Francesco Cordella e Giovanni Riccardi, che si sono accontentati di un piu' tradizionale bucatino all'amatriciana. Ma lui, Vece, e' fatto cosi': ama stupire. Stupisce anche quando, mentre Cordella e Riccardi dibattono di Anchorhead, Christminster e oldies goldies Infocom, lui interviene a sorpresa per puntualizzare una data, correggere il nome di un autore, specificare la forma di una confezione. Del resto, è lo "storico" del gruppo, lo e' sempre stato. Riccardi, invece, e' l'uomo che ha reso possibile programmare avventure italiane in Inform con il suo Infit e a uno cosi' bisognerebbe versargli da bere, custodirgli il cappotto nell'armadio del locale, scostargli la sedia quando si alza e accostargliela quando si siede: insomma, bisognerebbe trattarlo da re. Invece e' uno di noi e si comporta come uno di noi, come un terrestre.

Io, invece, vivo ormai di rendita da anni grazie a Flamel e mi accontento cosi': Riccardi vorrebbe organizzare un mio incontro con Emily Short, ma sarebbe troppo onore, accidenti: io il massimo della vita l'ho toccato quando ho avuto modo di conoscere il leggendario Bonaventura DI Bello in una cena avventurosa di qualche anno fa che restera' nella storia.

Ma di che cosa si e' parlato alla cena avventurosa di ieri? In mancanza di una registrazione audio o video (no, Giovanni, non avevo microspie nella giacca) dovranno bastarvi queste poche righe.

La grande notizia e' che non abbiamo fatto progetti. Significa che forse qualcosa verra' fuori. Le altre volte avevamo prospettato avventure da scrivere insieme, sceneggiature, invenzioni geniali con cui diventare miliardari, e non abbiamo mai portato a termine nulla. Succedeva questo: mentre noi galleggiavamo nell'inconcludenza, dall'altra parte dell'oceano, come abbiamo osservato ieri sera, c'era chi metteva in piedi YouTube… e tanto basti. Dunque, ieri nessun progetto sbandierato.

Si e' parlato solo un po' della One Room Game Competition (che tornera' presto senza particolari novita').

Poi, tutti ci siamo spesi in sperticati elogi per Roberto Grassi: con il suo entusiasmo, i suoi progetti veramente portati a termine, e' la persona che ha piu' dato linfa al mondo avventuroso italiano negli ultimi tempi e dobbiamo essergliene tutti grati. A proposito, Roberto: Giovanni mi accennava al tuo sistema per role play games, mi dici qualcosa di piu'?

Si e' parlato di Graham Nelson, senza rinunciare a qualche gustoso gossip sul legame tra lui ed Emily Short, e a qualche osservazione sul fatto che non ha intenzione di rilasciare il codice di Inform 7.

Si e' parlato di viaggi, pure. Di un viaggio che deve restare top secret (si tratta di un progetto, sì, dunque probabilmente cadra' nel vuoto). E di un viaggio che possiamo svelare. Abbiamo intenzione (ebbene sì, un progetto) di fare un'incursione a Centola, splendido paese in cui vive la leggenda: Bonaventura Di Bello. Con i primi soli primaverili la nostra idea e' quella di andarlo a disturbare, scroccandogli un pranzo a base di aragoste e un floppy disk di Viking.

Si e' parlato di Vista (e io, come al solito, facevo finta di capirci qualcosa).

Si e' parlato anche un po' di donne (ma questa e' privacy).

Si e' parlato di Anna Tatangelo e Gigi D'Alessio (ho visto il Riccardi e il Vece particolarmente interessati al mondo del "costume", guai a chiamarlo gossip, eh!).

Si e' parlato di serialita'. "Perche'", si è chiesto Riccardi "Bonaventura creava avventure seriali, con lo stesso personaggio protagonista in piu' di un gioco, mentre oggi tutto questo non c'e' piu'?"

Si e' parlato di serie TV: allora, io e Riccardi abbiamo gongolato perche' Vece e' rimasto alla prima serie di Lost (su questo tema, Giovanni e' il numero uno incontrastato, credo che sia in possesso dei "pilota" prima ancora che li vedano i produttori).

Si e' parlato di una mia ossessione: avere il testo estratto di Sherlock della Melbourne House, un tormentone che forse mi portera' al manicomio (se Riccardi, la prossima volta che lo chiedero', non preferira' uccidermi prima). Ma possibile, dico, che nel mondo non ci sia una persona in grado di estrarre quel benedetto testo?

Si e' parlato di qualche avventura grafica, poi. Io ho annunciato una recensione un po' cattivella (strano, no?) su Jonathan Danter, mentre ricordavo la grandezza di Monkey Island. Giovanni mi ha invitato a provare Day of the tentacle, nel frattempo Paolo continuava a parlare di quella che invece e' la sua ossessione: Christminster (lui preferisce restare fedele al mondo avventuroso testuale).

La cena e' scivolata cosi'. Poi, c'è stato il solito dopocena. Dovete sapere che quando io, Riccardi e Vece ci incontriamo, una volta mangiato, non finiamo mai, come le persone normali, in un pub, in una sala da the. No, noi adoriamo passeggiare in qualunque condizione climatica. Dunque, abbiamo vagabondato al freddo per le strade di Roma (quelle deserte, senza calore umano) continuando con le nostre elucubrazioni: il testo di Sherlock, Christminster, Infit 20.3. Graham Nelson, Emily Short, Gigi D'Alessio…

Senza fare nessun progetto.