Jane Jensen is back

Aggiornato il giorno 11 Maggio 2020

La leggendaria Jane Jensen, autrice di un capolavoro come Gabriel Knight e del recente (e un po’ deludente) Gray Matter, ha deciso di mettersi in proprio. Evidentemente, l’esperienza di Gray Matter l’ha segnata: il gioco ha infatti avuto una storia tormentata, la sua lavorazione è stata interrotta continuamente a causa di problemi economici, e la Jensen ha dovuto combattere una lunga battaglia con case di produzione per portarlo a termine. Un travaglio di cui il gioco porta i segni, essendo piuttosto raffazzonato. 

Ora Jane ha deciso di fare tutto da sola. Con il marito Robert Holmes, musicista, ha fondato una software house, Pinkerton Road, e ha avviato due progetti, due nuove avventure: Moebius e un mystery ancora senza nome. E per i finanziamenti, la coppia punta sui fan, gli appassionati, i giocatori: sul modello di KickStarter, il sito che permette a chiunque di raccogliere finanziamenti per un proprio progetto, Pinkerton Road chiede un sostegno economico. Il contributo minimo è di sedici dollari, con i quali si avrà diritto a ricevere un solo prodotto di Pinkerton Road realizzato nella stagione in corso. Il contributo massimo è di ben diecimila dollari, con i quali si avranno ovviamente tutti i prodotti della stagione, e molte altre cose, tra cui un pranzo con i fondatori, una visita nella loro fattoria in Pennsylvania sede della software house, e un concerto privato (in territorio statunitense) della band del marito di Jane.  

Tutto bellissimo, riavere Jane in pista è stupendo, ma mi domando: con budget tanto ridotti, si può davvero creare una buona avventura grafica? La sola garanzia, al momento, è la bravura di Jane nella scrittura, che garantisce un certo standard sul piano narrativo. Il problema è tutto il resto, a meno che la scelta non sia quella di tornare al vecchio stile, grafica essenziale e niente effetti speciali elaborati. Potrebbe essere una buona (retro)idea. Anche se, a vedere le prime immagini di Moebius, uno dei giochi in produzione, pare che Jane abbia scelto la strada “fumettistica”, già vista in Gray Matter, che a me personalmente convince poco.